"DONNE DI IERI E DONNE
DI OGGI"
INTERVISTA A MAMME E
NONNE
Mia nonna è nata nel 1936 e
ricorda che quando era piccola gli uomini erano considerati più importanti
delle donne, sia in casa che fuori. Lei ricorda benissimo che quando aveva circa
9 anni sua madre andò a votare per la prima volta. Era il 1945 e fu una grande
conquista. Erano gli anni del dopoguerra e c’erano dei lavori prettamente
maschili come ingegnere e dottore, per fare un esempio. La famiglia ai suoi
tempi era patriarcale, cioè il padre aveva potere, autorità e gestiva sia i
figli che i beni materiali.
Mia madre ricorda che
quando andava alle elementari, negli anni Settanta, la sua maestra spiegando i
nomi comuni di persona faceva una distinzione tra lavori maschili e lavori femminili. Parlando dello sbarco sulla Luna, ad esempio,
la sua maestra le diceva che una donna non poteva essere astronauta. Invece
oggi la realtà, per fortuna l’ha smentita, perché abbiamo l’esempio di Samantha
Cristoforetti che è una bravissima astronauta. La mia mamma ricorda che c’erano
dei lavori svolti esclusivamente dalle donne come quello dell’ostetrica, e
altri solo da uomini come l’autista. Non c’erano molti uomini che facevano gli
chef perché cucinare era considerato un a “cosa da femmine”. Quando lei era
piccola, erano gli anni dopo il 1968, le donne hanno manifestato per la propria
emancipazione e la parità dei sessi. Nelle famiglie, ma non in tutte, le donne
incominciarono ad avere gli stessi diritti degli uomini. Ad esempio lei ricorda
che le sue compagne, quando andavano a casa sua, si meravigliavano vedendo suo
padre accudire suo fratello allora piccolino.
Barbera Salvatore Francesco II E
Mia nonna che ha 86 anni ha vissuto in prima persona la
trasformazione del ruolo della donna nella società. Mi ha raccontato che ha
avuto il terrore della guerra, ha visto il passaggio dalla luce ad olio
all'energia elettrica, che ha visto le donne che prima erano sottomesse all'uomo
e che non potevano esprimere la loro opinione, piano piano conquistare la
parità dei diritti, nel campo familiare e lavorativo. Ha vissuto il cambiamento
dal lavoro manuale alla tecnologia, l'inserimento della donna nel mondo del
lavoro, che lei ha svolto nelle fabbriche emigrando all'estero, dopo aver
vissuto il dramma del terremoto del 68. Quando le ho chiesto se c'erano le
automobili, le si è illuminato il viso e mi ha raccontato che appena ha potuto
ha preso la patente. Ridendo mi dice che a 86 anni non si sarebbe mai aspettata
di fare una videochiamata a sua figlia che si trova a 2000 km di distanza.
Giambalvo Gabriele II E
Mia nonna ha 75 anni, è nata il 29 Marzo 1944, un anno prima
che finisse la Seconda Guerra Mondiale.
Le ho chiesto di parlarmi del ruolo della donna quando era
piccola e di come esso sia cambiato rispetto a oggi. Mi ha raccontato che,
quando era piccola, il ruolo principale della donna era quello di occuparsi
delle faccende domestiche e dei figli.
Durante la guerra, gli uomini vennero chiamati alle armi e
dovettero partire, così fece anche suo padre, il mio bisnonno, e quindi le
donne dovettero portare avanti la famiglia anche dal punto di vista economico e
molte dovettero andare a lavorare nei campi per assicurare il pane ai figli.
Suo padre partecipò sia alla Prima che alla Seconda Guerra
Mondiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo alcuni mesi il mio bisnonno
tornò a casa, perché era nata la sorella di mia nonna, ed essendo il quarto
figlio, suo padre venne congedato e mandato a casa per occuparsi della
famiglia.
Mia nonna, mi ha riferito che lei è cresciuta in una famiglia
in cui gli uomini si occupavano di lavorare nei campi e fuori casa e le donne
si occupavano di governare la casa, di accudire i figli, di cucire e di
allevare i piccoli animali domestici, come galline e oche.
Oggi, invece, secondo lei, i tempi sono molto cambiati perché
la donna si è emancipata, lavora spesso fuori casa ed ha acquisito più
autonomia, mentre gli uomini collaborano anche nella gestione della casa.
Mia nonna ha studiato fino alla quinta elementare, ai suoi
tempi non esistevano le classi miste, c’erano infatti le classi di ragazze con
una maestra e le classi di ragazzi con un insegnante uomo.
Oltre alle materie come geografia, storia, matematica e
italiano, c’erano delle materie diverse in base al genere. Le bambine studiavano
economia domestica al fine di farle diventare delle brave donne di casa. I
bambini, invece, imparavano a fare piccoli lavori manuali come quelli di
meccanica.
Mia nonna mi ha anche detto che, nella sua famiglia, suo
padre pensava che gli uomini potessero studiare, le donne, invece, dovessero
occuparsi della casa.
Per questo è ancora molto dispiaciuta, perché lei amava tanto
studiare e si era preparata studiando da casa per sostenere l’esame di ammissione
alla scuola media che poi purtroppo non ha più potuto frequentare. È invece
andata a scuola di cucito e di ricamo. Suo fratello più grande, al contrario, è
riuscito ad andare anche all’università. Fortunatamente oggi i tempi sono
cambiati, mi ha detto sospirando.
Ho chiesto a mia nonna se quando era ragazza ha mai sentito
notizie di atti di femminicidio.
Lei, pensandoci un pò, mi ha detto che da ragazza non le è
capitato di sentire parlare di uccisioni di donne. Però, anche a quei tempi,
accadeva che in certe famiglie ci fossero mariti violenti con le mogli e
accadeva che alcune ragazze fossero vittime di violenza. Purtroppo, in questi
casi, le donne non denunciavano mai, vivevano la violenza subita come una
vergogna, una colpa di cui non si doveva parlare con nessuno. Non c’erano
televisioni o radio che parlavano di queste cose e le donne sopportavano in
silenzio e chi sbagliava non veniva punito.
Per fortuna oggi, mi ha spiegato, la donna denuncia gli atti
di violenza subiti e i criminali vengono puniti.
Portolano Ilaria IIE
Mia nonna che ha settant'anni racconta l'evoluzione delle
donne nella nostra società. Ai tempi antichi esse dovevano unicamente crescere
i figli e occuparsi delle faccende domestiche, inoltre aiutavano nei campi e
accudivano gli animali. Alcune sapevano leggere e scrivere, altre erano
analfabete, non erano libere di fare ciò che desideravano in quanto dipendevano
dall'uomo.
Fortunatamente tutto ciò lei non lo ha vissuto. Essendo la
più piccola di cinque figli, non ha lavorato, la sua mamma ha preferito farle
frequentare la scuola per arrivare a prendere la licenza media, inoltre da
sposata nel suo percorso di vita ha avuto la fortuna di avere accanto a sé una
persona per bene. Racconta che adesso tutto è cambiato, nel tempo le donne si
sono affermate in campo sociale e lavorativo, oggi hanno le stesse opportunità
degli uomini.
Le donne ai giorni nostri sono libere di esprimere ciò che
pensano.
La Marca Lorena II E
Mia nonna mi ha raccontato che ai suoi tempi il ruolo della
donna era quello di occuparsi delle faccende domestiche e, nel suo caso, badare
ai suoi fratelli più piccoli, essendo la più grande tra i figli.
Lei ha studiato fino alla terza media, e non avendo la
possibilità di andare a studiare fuori, si fermò lì.
Quando andava a scuola, la sua classe era mista, composta
sia da ragazzi che da ragazze.
Le materie erano uguali per tutti, però in ed. fisica
c'erano, la professoressa femmina per loro ragazze e il professore maschio per
i ragazzi.
A quei tempi notizie di femminicidi non ne circolavano, non
perché magari non se ne commettessero, ma le televisioni le avevano solo in
pochissimi e quindi le notizie non circolavano come oggi.
A volte, in paese, si sentiva qualche notizia di violenza
sulle donne, che per paura non parlavano e non denunciavano e quindi, in
generale, a questi fatti non si dava molto peso.
Nastasi Maria Paola II
E
Mia zia racconta che il ruolo della donna rispetto al
periodo del dopoguerra è cambiato radicalmente. La donna non era libera come lo
è adesso, dipendeva esclusivamente dall’uomo. A Montevago erano poche le donne
che studiavano, cioè che proseguivano gli studi dopo l’obbligo scolastico. Lei
ha avuto la fortuna di frequentare il liceo di Sciacca e ricorda perfettamente
che abitava in una pensione con altre ragazze e una signora preparava i pasti e
si occupava di loro. In quel periodo le ragazze come lei che studiavano erano
considerate delle “poco di buono”.
In quegli anni non si usciva molto di casa e chi aveva il
fidanzato poteva uscire solo se era accompagnata da un parente.
Prendere la patente per guidare l’automobile era un
privilegio di poche, infatti solo due donne che lei ricorda, guidavano a
Montevago.
Anche l’abbigliamento era molto diverso: la donna
non indossava minigonne e neanche pantaloni perché “in casa i pantaloni li
portavano gli uomini”, era come rivestire la donna di un ruolo che non le
apparteneva. Possiamo dire che era una società maschilista, la donna non aveva
nessuna libertà e nessun valore.
Non si poteva entrare da sole nei bar. Lei
ricorda che solo durante le feste di paese, entrava nel bar con i suoi genitori
per prende il gelato.
Ma sicuramente la
cosa peggiore, per mia zia, era il fatto che alla donna non veniva chiesto
nessun parere sulle questioni che sorgevano, non aveva come si suol dire,
nessuna voce in capitolo.
Dopo il terremoto del 1968 e dopo le contestazioni
giovanili il ruolo della donna è cambiato perché numerose donne hanno lottato
per la conquista dei loro diritti.
La donna si occupava di tutto ciò che riguardava la
famiglia: faccende domestiche, cura dei figli e dei nonni ma non si occupava
della gestione economica perché questo era compito esclusivo dell’uomo. Era una
società maschilista e patriarcale. Non si dialogava molto soprattutto con i
figli.
Si dedicavano al ricamo e alla sartoria. Molte donne
andavano a lavorare in un laboratorio e cucivano abiti per uomini.
La violenza contro le donne c’è e c’è sempre stata. Nei
nostri giorni molte donne che subiscono violenza hanno il coraggio di
denunciare anche se ci sono quelle che non parlano, forse per paura.
A quel tempo, la donna che subiva violenza soffriva in
silenzio, non denunciava per paura di essere cacciata di casa dal marito e,
dato che non aveva lavoro, non poteva mantenersi da sola, sarebbe stata
costretta a ritornare dai genitori che non sempre l’avrebbero accolta
volentieri …
Sicuramente, le donne oggi hanno conquistato molti
diritti con grandi sacrifici e sofferenze, soprattutto dal punto di vista della
libertà di pensiero. La donna aveva un gran bisogno di esprimersi, di essere amata,
rispettata, valorizzata e di mettere in gioco le sue capacità.
Ambrogio Serena Maria
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