giovedì 11 aprile 2019

PROGETTO "DIRE, FARE, CREARE LE PARI OPPORTUNITA'. CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E LA VIOLENZA DI GENERE". A.S. 2018/2019 SCUOLA SEC. DI PRIMO GRADO T. GIUFFRIDA CLASSI IIE- IIF


"DONNE DI IERI E DONNE DI OGGI"
INTERVISTA A MAMME E NONNE
 

Mia nonna è nata nel 1936 e ricorda che quando era piccola gli uomini erano considerati più importanti delle donne, sia in casa che fuori. Lei ricorda benissimo che quando aveva circa 9 anni sua madre andò a votare per la prima volta. Era il 1945 e fu una grande conquista. Erano gli anni del dopoguerra e c’erano dei lavori prettamente maschili come ingegnere e dottore, per fare un esempio. La famiglia ai suoi tempi era patriarcale, cioè il padre aveva potere, autorità e gestiva sia i figli che i beni materiali.
 Mia madre ricorda che quando andava alle elementari, negli anni Settanta, la sua maestra spiegando i nomi comuni di persona faceva una distinzione tra lavori maschili e lavori femminili.  Parlando dello sbarco sulla Luna, ad esempio, la sua maestra le diceva che una donna non poteva essere astronauta. Invece oggi la realtà, per fortuna l’ha smentita, perché abbiamo l’esempio di Samantha Cristoforetti che è una bravissima astronauta. La mia mamma ricorda che c’erano dei lavori svolti esclusivamente dalle donne come quello dell’ostetrica, e altri solo da uomini come l’autista. Non c’erano molti uomini che facevano gli chef perché cucinare era considerato un a “cosa da femmine”. Quando lei era piccola, erano gli anni dopo il 1968, le donne hanno manifestato per la propria emancipazione e la parità dei sessi. Nelle famiglie, ma non in tutte, le donne incominciarono ad avere gli stessi diritti degli uomini. Ad esempio lei ricorda che le sue compagne, quando andavano a casa sua, si meravigliavano vedendo suo padre accudire suo fratello allora piccolino.

 Barbera Salvatore Francesco II E


Mia nonna che ha 86 anni ha vissuto in prima persona la trasformazione del ruolo della donna nella società. Mi ha raccontato che ha avuto il terrore della guerra, ha visto il passaggio dalla luce ad olio all'energia elettrica, che ha visto le donne che prima erano sottomesse all'uomo e che non potevano esprimere la loro opinione, piano piano conquistare la parità dei diritti, nel campo familiare e lavorativo. Ha vissuto il cambiamento dal lavoro manuale alla tecnologia, l'inserimento della donna nel mondo del lavoro, che lei ha svolto nelle fabbriche emigrando all'estero, dopo aver vissuto il dramma del terremoto del 68. Quando le ho chiesto se c'erano le automobili, le si è illuminato il viso e mi ha raccontato che appena ha potuto ha preso la patente. Ridendo mi dice che a 86 anni non si sarebbe mai aspettata di fare una videochiamata a sua figlia che si trova a 2000 km di distanza.

Giambalvo Gabriele II E


Mia nonna ha 75 anni, è nata il 29 Marzo 1944, un anno prima che finisse la Seconda Guerra Mondiale.
Le ho chiesto di parlarmi del ruolo della donna quando era piccola e di come esso sia cambiato rispetto a oggi. Mi ha raccontato che, quando era piccola, il ruolo principale della donna era quello di occuparsi delle faccende domestiche e dei figli.
Durante la guerra, gli uomini vennero chiamati alle armi e dovettero partire, così fece anche suo padre, il mio bisnonno, e quindi le donne dovettero portare avanti la famiglia anche dal punto di vista economico e molte dovettero andare a lavorare nei campi per assicurare il pane ai figli.
Suo padre partecipò sia alla Prima che alla Seconda Guerra Mondiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo alcuni mesi il mio bisnonno tornò a casa, perché era nata la sorella di mia nonna, ed essendo il quarto figlio, suo padre venne congedato e mandato a casa per occuparsi della famiglia.
Mia nonna, mi ha riferito che lei è cresciuta in una famiglia in cui gli uomini si occupavano di lavorare nei campi e fuori casa e le donne si occupavano di governare la casa, di accudire i figli, di cucire e di allevare i piccoli animali domestici, come galline e oche.
Oggi, invece, secondo lei, i tempi sono molto cambiati perché la donna si è emancipata, lavora spesso fuori casa ed ha acquisito più autonomia, mentre gli uomini collaborano anche nella gestione della casa.
Mia nonna ha studiato fino alla quinta elementare, ai suoi tempi non esistevano le classi miste, c’erano infatti le classi di ragazze con una maestra e le classi di ragazzi con un insegnante uomo.
Oltre alle materie come geografia, storia, matematica e italiano, c’erano delle materie diverse in base al genere. Le bambine studiavano economia domestica al fine di farle diventare delle brave donne di casa. I bambini, invece, imparavano a fare piccoli lavori manuali come quelli di meccanica.
Mia nonna mi ha anche detto che, nella sua famiglia, suo padre pensava che gli uomini potessero studiare, le donne, invece, dovessero occuparsi della casa.
Per questo è ancora molto dispiaciuta, perché lei amava tanto studiare e si era preparata studiando da casa per sostenere l’esame di ammissione alla scuola media che poi purtroppo non ha più potuto frequentare. È invece andata a scuola di cucito e di ricamo. Suo fratello più grande, al contrario, è riuscito ad andare anche all’università. Fortunatamente oggi i tempi sono cambiati, mi ha detto sospirando.
Ho chiesto a mia nonna se quando era ragazza ha mai sentito notizie di atti di femminicidio.
Lei, pensandoci un pò, mi ha detto che da ragazza non le è capitato di sentire parlare di uccisioni di donne. Però, anche a quei tempi, accadeva che in certe famiglie ci fossero mariti violenti con le mogli e accadeva che alcune ragazze fossero vittime di violenza. Purtroppo, in questi casi, le donne non denunciavano mai, vivevano la violenza subita come una vergogna, una colpa di cui non si doveva parlare con nessuno. Non c’erano televisioni o radio che parlavano di queste cose e le donne sopportavano in silenzio e chi sbagliava non veniva punito.
Per fortuna oggi, mi ha spiegato, la donna denuncia gli atti di violenza subiti e i criminali vengono puniti.
 
  Portolano Ilaria IIE
 
Mia nonna che ha settant'anni racconta l'evoluzione delle donne nella nostra società. Ai tempi antichi esse dovevano unicamente crescere i figli e occuparsi delle faccende domestiche, inoltre aiutavano nei campi e accudivano gli animali. Alcune sapevano leggere e scrivere, altre erano analfabete, non erano libere di fare ciò che desideravano in quanto dipendevano dall'uomo.
Fortunatamente tutto ciò lei non lo ha vissuto. Essendo la più piccola di cinque figli, non ha lavorato, la sua mamma ha preferito farle frequentare la scuola per arrivare a prendere la licenza media, inoltre da sposata nel suo percorso di vita ha avuto la fortuna di avere accanto a sé una persona per bene. Racconta che adesso tutto è cambiato, nel tempo le donne si sono affermate in campo sociale e lavorativo, oggi hanno le stesse opportunità degli uomini.
Le donne ai giorni nostri sono libere di esprimere ciò che pensano.

La Marca Lorena II E


Mia nonna mi ha raccontato che ai suoi tempi il ruolo della donna era quello di occuparsi delle faccende domestiche e, nel suo caso, badare ai suoi fratelli più piccoli, essendo la più grande tra i figli.
Lei ha studiato fino alla terza media, e non avendo la possibilità di andare a studiare fuori, si fermò lì.
Quando andava a scuola, la sua classe era mista, composta sia da ragazzi che da ragazze.
Le materie erano uguali per tutti, però in ed. fisica c'erano, la professoressa femmina per loro ragazze e il professore maschio per i ragazzi.
A quei tempi notizie di femminicidi non ne circolavano, non perché magari non se ne commettessero, ma le televisioni le avevano solo in pochissimi e quindi le notizie non circolavano come oggi.
A volte, in paese, si sentiva qualche notizia di violenza sulle donne, che per paura non parlavano e non denunciavano e quindi, in generale, a questi fatti non si dava molto peso.

Nastasi Maria Paola II E

Mia zia racconta che il ruolo della donna rispetto al periodo del dopoguerra è cambiato radicalmente. La donna non era libera come lo è adesso, dipendeva esclusivamente dall’uomo. A Montevago erano poche le donne che studiavano, cioè che proseguivano gli studi dopo l’obbligo scolastico. Lei ha avuto la fortuna di frequentare il liceo di Sciacca e ricorda perfettamente che abitava in una pensione con altre ragazze e una signora preparava i pasti e si occupava di loro. In quel periodo le ragazze come lei che studiavano erano considerate delle “poco di buono”.
In quegli anni non si usciva molto di casa e chi aveva il fidanzato poteva uscire solo se era accompagnata da un parente.
Prendere la patente per guidare l’automobile era un privilegio di poche, infatti solo due donne che lei ricorda, guidavano a Montevago.
Anche l’abbigliamento era molto diverso: la donna non indossava minigonne e neanche pantaloni perché “in casa i pantaloni li portavano gli uomini”, era come rivestire la donna di un ruolo che non le apparteneva. Possiamo dire che era una società maschilista, la donna non aveva nessuna libertà e nessun valore.
Non si poteva entrare da sole nei bar. Lei ricorda che solo durante le feste di paese, entrava nel bar con i suoi genitori per prende il gelato.
 Ma sicuramente la cosa peggiore, per mia zia, era il fatto che alla donna non veniva chiesto nessun parere sulle questioni che sorgevano, non aveva come si suol dire, nessuna voce in capitolo.
Dopo il terremoto del 1968 e dopo le contestazioni giovanili il ruolo della donna è cambiato perché numerose donne hanno lottato per la conquista dei loro diritti.
La donna si occupava di tutto ciò che riguardava la famiglia: faccende domestiche, cura dei figli e dei nonni ma non si occupava della gestione economica perché questo era compito esclusivo dell’uomo. Era una società maschilista e patriarcale. Non si dialogava molto soprattutto con i figli.
Si dedicavano al ricamo e alla sartoria. Molte donne andavano a lavorare in un laboratorio e cucivano abiti per uomini.
La violenza contro le donne c’è e c’è sempre stata. Nei nostri giorni molte donne che subiscono violenza hanno il coraggio di denunciare anche se ci sono quelle che non parlano, forse per paura.
A quel tempo, la donna che subiva violenza soffriva in silenzio, non denunciava per paura di essere cacciata di casa dal marito e, dato che non aveva lavoro, non poteva mantenersi da sola, sarebbe stata costretta a ritornare dai genitori che non sempre l’avrebbero accolta volentieri …
Sicuramente, le donne oggi hanno conquistato molti diritti con grandi sacrifici e sofferenze, soprattutto dal punto di vista della libertà di pensiero. La donna aveva un gran bisogno di esprimersi, di essere amata, rispettata, valorizzata e di mettere in gioco le sue capacità. 

Ambrogio Serena Maria 2E
 

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