Il terremoto
del Belice del 1968 fu un violento evento sismico, di magnitudo 6.1 ,
che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia
occidentale, la Valle del Belice, compresa tra la Provincia di Trapani, quella
di Agrigento e quella di Palermo
La prima
forte scossa si avvertì alle ore 13:28 locali del 14 gennaio, con gravi danni a
Montevago Gibellina, Salaparuta e Poggioreale, una seconda alle 14:15, nelle
stesse località ci fu un'altra scossa molto forte.
Il 15 gennaio
non si ebbe l’immediata sensazione della gravità del fatto dato che a quel
tempo la zona interessata non era considerata critica dal punto di vista
sismico, il terremoto venne sottovalutato nella sua entità al punto che molti
quotidiani riportarono la notizia di pochi feriti e qualche casa lesionata.
La realtà si
manifestò in tutta la sua terribile evidenza solo quando giunsero i primi
soccorsi in prossimità dell'epicentro approssimativamente posto tra Gibellina,
Salaparuta e Poggioreale: le strade erano state quasi risucchiate dalla terra.
Nei giorni
seguenti visitarono la zona il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e
il ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani. Furono impegnati nei soccorsi più
di mille vigili del fuoco, la Croce Rossa, l'Esercito, i carabinieri. Il pilota
di uno degli aerei impegnati nella ricognizione della zona dichiarò di avere
visto "uno spettacolo da bomba atomica [...] Ho volato su un inferno".
Il resoconto
fornito dagli inviati dei grandi giornali del tempo permette una ricostruzione
dei fatti e della storia del periodo.
La cronaca
di quei giorni comunicava al mondo intero che
Gibellina, Salaparuta e Montevago erano stati rasi al suolo e i
superstiti, avendo perso le poche cose che avevano, vivevano in uno stato di
totale indigenza.
Capone Riccardo
Capone Riccardo
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